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Venerdì, Marzo 29, 2024

"Giorgio Calcaterra riflessioni dopo mondiale di 100 km in Qatar 21.11.2014."

Giorgio Calcaterra n.1    Augusto Gama n.43

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Stralcio da articolo  di Giorgio Calcaterra, di seguito riportato per intero.

“Ho vissuto momenti  difficili, ma  anche momenti  bellissimi, dati dal calore delle persone, un atleta di Capo Verde mi ha emozionato con il suo comportamento, dal  50esimo al 60esimo km  ho  corso  con  lui,  rallentava quando  gli  indicavo  il mio fianco dolorante  e aumentava quando  io stavo meglio, grazie Augusto Joachim. Durante la gara ha chiesto di  fare una foto con  me,  e  il giorno  dopo  lui  e  gli  altri  componenti  della  sua  squadra mi hanno regalato cappellino, sciarpa e scudetto di capo verde, veramente un gesto stupendo!!!”

“Eu vivi momentos difíceis, mas também  momentos  muito  bonitos,  dados pelo calor das pessoas, um atleta de Cabo Verde  me moveu  com o seu comportamento, desde 50esimo entre o 60esimo km seu corri (vago) com ele, ele reduziu a velocidade quando eu  indicar  meu quadril doloroso e ele  aumentou quando eu era melhor, eu  agradeça  ao  Augusto  Joaquim( Soares da Gama ndr).  Durante a competição ele pediu  de  fazer  uma fotografia comigo e o dia seguinte ele e os outros componentes da Equipou Cabo-verdiana de Ultramaratona,   me ofereceram  umo  chapeo,  uma echarpe (atire) e um pequeno  galhardete  com a bandera de Cabo Verde, realmente um gesto magnífico!!!!”

 

 

Articulo  com  fotos  incluidas  pelo Piergiorgio  (Pier)  Scaramelli,  para mostrar os dois  atletas ,  Giorgio Calcaterra (atleta italiano ex Campeao do Mundo) dossard  1 e Augusto Joaquim Soares da Gama (atleta cabo-verdiano da Seleçao Cabo-verdiana de Ultramaratona ) drossard n. 43, que  correm  junto na prova de 100 km no Campeonado do Mundo em  Doha, Qatar no dia 21  novembro  2014, e fotos com equipou cabo-verdiana  e Giorgio Calcaterra- ( fotos  Garagozzo )

 

Riflessioni dopo mondiale di 100 km in Qatar 21.11.2014.

GIORGIO CALCATERRA.

Articolo intero 24 novembre 2014Giò

Sto in aereoporto, sono passate quasi 39 ore dalla gara e il dolore al fianco non mi passa. Pero’ lentamente sto recuperando. Il viaggio stancante, lo stress pregara, il cambiamento di alimentazione (mangiare fuori casa non e’ la stessa cosa), qualche ristoro sbagliato, sono alcune cose che mi vengono in mente per capire il problema che ho avuto. In realta’pero’ non so dire quale sia stato il vero problema. Ma ora non posso non ritornare ancora una volta sulla vicenda doping, il doping e’ un problema serio, toglie voglia di correre a certi livelli a chi non ne fa uso, può rovinare la salute a chi li usa, non ultimo toglie il piacere di vedere lo sport. Il giorno prima della gara un altro caso, Leonardi, certo aspettiamo le controanalisi come e’ giusto, ma rendiamoci conto che quando si giustifica chi lo ha usato o si fa finta di niente, c’e’ qualcosa che non va. Rendiamoci conto di quanto può far male vedersi spesso sorpassare da gente senza scrupoli che poi deve anche rappresentarci. Io non mi considero un atleta migliore di Di Cecco, e anche grazie al risultato di venerdi’, credo che lui sia un buon atleta, ma quello che ha fatto rimane. Doparsi è uguale a truffare a me nessuno ha mai restituito il podio che mi ha tolto dopandosi, posso parlare solo di Carpi, perché nelle altre gare non ci sono prove, quel podio mi è stato rubato e questo scusate ma soprattutto da un Carabiniere è inammissibile. Purtroppo in Italia non è un reato penale, ma almeno scusa poteva chiederlo poteva farci sapere che era pentito, e invece no continua a fare il “santo” e questo scusate ma non riesco ad accettarlo. Non si può gettar fango sul controllo antidoping dicendo che il risultato non era veritiero, andava perseguito legalmente anche per questa sua affermazione, si spendono migliaia di euro per i controlli antidoping e l’Epo nel campione prelevato c’era e il fatto che lui non voglia ammettere l’ovvio, non mi permette di credere ad un suo pentimento. Quando nel 2012 è stato convocato io ho rispettato senza proteste ciò che veniva deciso dall’alto. Quest’anno invece quando sono venuto a conoscenza della carta Etica non ho potuto fare a meno di parlare, perché se si scrive sul sito Fidal che chi ha avuto più di due anni di squalifica non può vestire la maglia nazionale, poi non si può dire ma vale solo da adesso in poi, l’Etica è Etica! Io ho fatto il mio intervento quando ho saputo di questa carta etica, è vero era uscita già da un po’, ma io non l’avevo ancora letta. Comunque ora ho capito, in certi ambienti si parla di Etica ma poi si guarda altro. Altre persone pur essendo state squalificate per più di due anni, erano state convocate dopo la pubblicazione della carta etica e quindi per il principio di uguaglianza non si poteva non portare Di Cecco in nazionale. Per smorzare le polemiche sarebbe bastato che qualcuno si prendesse le proprie responsabilità, spiegando questo, dicendo cioè che la carta etica era stata fatta superficialmente e che quindi poteva dare adito ad interpretazioni. Ora cercherò di farmi i fatti miei, ma per favore, Amici del doping, non venite a criticarmi perché ho mostrato il mio disappunto leggendo le premesse della carta etica sul sito della mia federazione, non venite a criticarmi i modi e i tempi, io ho fatto ben poco, ho solo raccontato la storia e mostrato il mio dissenso perché non veniva attuato ciò che si scriveva e l’ho fatto non appena ho saputo della carta etica. Augurandomi che presto il doping sia reato penale, perché forse solo così si potrà ridare credibilità allo sport, ora prendo il mio aereo per tornare a casa.

Sono le 19 di domenica, continuo parlando della mia gara. Prima della partenza ero molto teso ma anche molto concentrato, poi il via, qualche km sotto i 3′ 50″ al km poi appena me ne sono accorto ho cominciato a correre a 3′ 52″/53″ al km. Non faticavo, guardavo gli avversari cercavo di capire chi era giusto seguire, alcuni atleti si sono staccati in avanti, ma ho capito che stavano esagerando e li ho lasciati andare con la massima serenità correndo in assoluta tranquillità. Oggi la sveglia per partire da Doha è suonata all’1:00 del mattino (italiana), sono un po’ stanco rimando a domani la fine dell’articolo.

Ora è lunedì, sono le 10 e 30 e finalmente dopo un lungo sonno, sono un po’ più′ riposato e posso finire la mia analisi di gara.

 

 


Questi i miei parziali di 5 km che credo da soli dicano già abbastanza.


00:18:39 00:19:40 00:19:22 00:19:23 00:19:27
00:19:10 00:19:16 00:19:55 00:21:59 00:23:50
00:24:23 00:37:40 00:23:20 00:52:12 00:32:36
00:26:46 00:27:34 00:35:56 00:25:30 00:23:25

Fino al 33esimo km una vera passeggiata, senza fiatone, solo leggermente le gambe indurite.
il 34 esimo km l’ho fatto in 4’09, seguito da un 4′ 16″ e lì sono cominciati i problemi, ma è dopo il 55 esimo km che i problemi si sono fatti veramente seri. Completamente privo di forze ho dovuto prima camminare e poi fermarmi, a quel punto è subentrata la paura che avessi preso troppi zuccheri, ai ristori davano una bevanda dolce che ho bevuto spesso, ho saltato diversi rifornimenti e alternato tratti di corsa a tratti di sosta. Devo dire che tra atleti ci sostenevamo, incrociandoci era bello vedere il sostegno degli atleti che anche con un semplice sguardo cercavano di aiutarmi. Paolo, il nostro capitano in un mio momento no, mi ha fatto trovare la forza per riprendermi e ho ho corso qualche km con lui, è stato bello e lo ringrazio, ma poi purtroppo è tornata la debolezza alla quale si è aggiunto un dolore al fianco e mi sono dovuto fermare nuovamente. Il momento più difficile al 68esimo km, mi sono dovuto stendere privo di forze ma poi è subentrato il freddo e ho dovuto alzarmi, mi si era bloccata la lingua, non riuscivo neanche a parlare, camminando sono arrivato al punto ristoro, dove ho indossato una maglietta e una felpa, nonostante freddo non lo facesse davvero.

 

 Ho vissuto momenti difficili, ma anche momenti bellissimi, dati dal calore delle persone, un atleta di Capo Verde mi ha emozionato con il suo comportamento, dal 50esimo al 60esimo km ho corso con lui, rallentava quando gli indicavo il mio fianco dolorante e aumentava quando io stavo meglio, grazie Augusto Joachim. Durante la gara ha chiesto di fare una foto con me, e il giorno dopo lui e gli altri componenti della sua squadra mi hanno regalato cappellino, sciarpa e scudetto di capo verde, veramente un gesto stupendo!

traduçao

Eu vivi momentos difíceis, mas também  momentos  muito  bonitos,  dados pelo calor das pessoas, um atleta de Cabo Verde  me moveu  com o seu comportamento, desde 50esimo entre o 60esimo km seu corri (vago) com ele, ele reduziu a velocidade quando eu  indicar  meu quadril doloroso e ele  aumentou quando eu era melhor, eu  agradeça  aoAugusto  Joaquim( Soares da Gama ndr).  Durante a competição ele pediu  de  fazer  uma fotografia comigo e o dia seguinte ele e os outros componentes da Equipou Cabo-verdiana de Ultramaratona,   me ofereceram  umo  chapeo,  uma echarpe (atire) e um pequeno  galhardete  com a bandera de Cabo Verde, realmente um gesto magnífico!!!!

 

Non so che senso abbia finire una gara come l’ho finita io, ma io l’ho fatto volentieri, non stavo rischiando la salute, era solo debolezza e dolore ad un fianco, non ho mai ne vomitato ne sono dovuto andare in bagno, quindi per rispetto di chi corre le 100km in 8 ore e 30′ o anche più lentamente e per rispetto della maglia che indossavo non mi sono fermato! E’ stato bello condividere alcuni giorni con Daniele, Hermann, Marco, Paolo, Barbara, Cristina, Monica e i nostri accompagnatori! Grazie di cuore a chi ha voluto seguirmi e sostenermi. Grazie anche alla Iau, per avermi premiato come atleta dell’anno (riferito al 2012), e per aver apprezzato il mio non ritiro.

 

 

 

 

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Piergiorgio Scaramelli - Atacama

Piergiorgio Scaramelli - Toscano esperto ultramaratoneta, vive a Boa Vista ed è l’ideatore della “Boa Vista Ultramarathon”, gara in linea di 150km che dal 2000 si svolge sull’isola capoverdiana

 

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2021 - Boa Vista Ultratrail in solitaria Bistari Onlus

 

 

L’Avventura è finita!

 

Volevo ringraziare tutti, indistintamente, per avermi seguito e supportato, con calore e

affetto, lungo tutti 150 km del meraviglioso e suggestivo percorso della @Boa Vista Ultra Trail.

Nel contempo volevo scusarmi per essermi fatto vivo solo dopo 4 giorni dal termine dell’avventura, ma come potete ben immaginare, vista la mia giovane età, i tempi di recupero fisico sono stati un poco lunghi. Sono arrivato piegato in due e per raddrizzarmi mi ci sono voluti 3 giorni di cure e massaggi, e comunque ancora oggi ho un assetto strano tipo “ Torre di Pisa”.

E’ stata emozionante questa 150 km, ed alla partenza, e per molti km, addirittura esaltante, tant’è che mi sono messo a correre più che camminare, come un ragazzino! Forse un po’ troppo veloce. Ma le sensazioni erano buone, le condizioni meteo ideali, di giorno e di notte (una luna quasi piena, brillante e sorridente), ed il terreno mi era familiare.

Momenti difficili si sono alternati ad altri più facili, frazioni dolorose ad altre meno, in questo divenire che è “la legge” delle ultra, l’importante è gestire i momenti e mantenere la testa sempre concentrata nell’obiettivo finale.

 

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Volantino Boavista Ultratrail

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